mercoledì 12 giugno 2013

Graphic journalism

Il fatto che di norma recensisco i fumetti un bel po' di tempo dopo averli letti e che li leggo un bel po' dopo averli comprati sta mettendo in crisi la mia coscienza. Il fatto è che in queste settimane in edicola sta uscendo una collana di fumetti molto interessanti ad un prezzo decisamente conveniente ed in una veste grafica abbastanza buona. Escono uno la settimana, abbinati al Corriere della Sera (ma li ho comprati anche senza quotidiano) ed io probabilmente recensirò il primo quando sarà già stato pubblicato l'ultimo e quindi quando ormai sarà troppo tardi per andare in edicola a comprarli.

Pertanto ho deciso di scardinare lo spaziotempo del mio blog per annunciarvi (già in colpevole ritardo, ma era necessario per riuscire a leggere qualcosa) che questa collana è molto valida e merita di essere seguita. Aggrappatevi colle unghie all'edicolante e vedete se riesce a recuperarvi i numeri già usciti. E non perdete quelli che usciranno, ovviamente.

I riferimenti li trovate sul sito Store del Corriere della Sera, dove, in effetti, potete anche comprarli online se l'edicolante non li trova più.

Saranno 20 numeri, molti dei quali erano già in mio possesso in edizioni più costose, ahimé.
Costano 7,90 €, brossurati, di solito a colori, il numero di pagine è variabile.


Questo l'elenco delle uscite, con un mio brevissimo commento a margine:

Persepolis di Marjane Satrapi - famoso, meritatamente
Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle - interessante ma totalmente privo di ritmo
Valzer con Bashir di Ari Folman, David Polonsky - bello
Fax da Sarajevo di Joe Kubert - non l'ho ancora letto
Quaderni Ucraini di Igort - molto bello e molto duro
Capire Israele di Sarah Gliden - un po' superficiale ma comunque interessante
Zahara’s Paradise di Amir & Khalil - altra storia bellissima e dolorosissima
Palestina di Joe Sacco - stile troppo underground per i miei gusti ma comunque interessante

Fin qui i volumi già pubblicati.
Ecco invece le prossime uscite:

No pasaran di Vittorio Giardino - non lo conosco
La seconda volta che ho visto Roma di Marco Corona - è un inedito
Pyongyang di Guy Delisle - non lo conosco
Castro di Reinhard Kleist - l'ho comprato ma non l'ho ancora letto
Goradze di Joe Sacco - non lo conosco
Marzì di S.Savoia - non lo conosco
Shenzen di G.Delisle - non lo conosco
Dove la terra brucia di Cannatella e Galeani - non lo conosco
Cronache birmane di Guy Delisle - non lo conosco
Morti di sonno di Reviati - bello, malinconico, non molto giornalistico ma toccante
Bye bye babylon di Ziadé - l'ho comprato ma non l'ho ancora letto
Diario italiano di David B - non lo conosco

Sulla base della qualità dei volumi già pubblicati penso proprio che comprerò tutte le nuove uscite, anche se sono un po' perplesso su Delisle, di cui compaiono in tutto ben quattro titoli. Non che sia malaccio, anzi, ma sto facendo una gran fatica per leggermi "Cronache di Gerusalemme": non basta il numero di pagine a farne un romanzo (o novel), si tratta invece di una specie di raccolta di gag che durano una o poche pagine. Leggere tutto un volume così strutturato per me è molto faticoso, ma forse è un limite solo mio.

Insomma, mettete mano al portafogli e buona lettura!


venerdì 7 giugno 2013

Stitches - Ventinove punti

Stitches - Ventinove punti
David Small
Rizzoli Lizard
Brossura con alette, 17x24, 336 p. B/N
€ 19,90



Anni'50 negli Stati Uniti. Un ragazzino di 14 anni affronta un intervento che lo segnerà per il resto della vita. La malattia, però, ed il suo epilogo chiurgico sono solo la punta dell'iceberg: il malessere del giovane David (il racconto è autobiografico) nasce dai conflitti della sua famiglia e dalle loro conseguenze. Genitori austeri e distaccati, che a malapena riescono a convivere pacificamente a patto però di seppellire gravissimi problemi di coppia sotto un asfissiante tappeto di silenzi. Figli non amati, forse non voluti, trattati con freddezza, cinismo, superficialità ma allo stesso tempo in modo oppressivo, frustrante e frustrato.

In un contesto del genere un bambino cresce male. Ha il morale fiaccato, reagisce in modo istintivo, ribelle, scontroso, provocando reazioni ancora peggiori. Il protagonista è un gracile ribelle che subisce la situazione, con ripercussioni anche psicologiche, e che non sa come uscirne finché, per fortuna, anni dopo trova qualcuno con cui parlare, aprirsi, riflettere e comprendere.
Senza timor di spoiler vi dico che c'è il lieto fine. Un lieto fine amaro, triste, ma anche confortante, se vogliamo: libero dalla cappa dell'ambiente familiare David riesce a diventare adulto, artista, professionista affermato, con le sue cicatrici (fisiche e psicologiche) ma finalmente capace di ripercorrere la sua esperienza e raccontarla agli altri in modo magistrale, sperando - immagino - che magari il racconto possa essere d'aiuto a qualcuno. E forse anche per un guizzo d'orgoglio, come si intuisce nell'ultima pagina del fumetto.

Small ha uno stile scarno, nodoso, espressionista, molto efficace nel rendere i cattivi sentimenti che pervadono il volume. Non ho gradito però l'uso pesante di ombreggiature scure, date con poca grazia, che spesso nascondono il disegno e lo rendono meno leggibile. Forse una scelta stilistica, forse una cattiva resa delle procedure di acquisizione e stampa. Il volume nel complesso è ben curato e la qualità della storia vale senz'altro il prezzo.


Un'ultima digressione un po' fuori tema: ultimamente è esploso il fenomeno Zerocalcare. Si tratta di un giovane autore che ammiro e seguo, sia sul blog che su carta. Mi è sembrato però che molti commenti sulla sua opera (principalmente al volume d'esordio "La profezia dell'armadillo", che ho recensito tempo fa) fossero assolutamente sproporzionati, quando lo si descrive come un autore che riesce a trattare argomenti seri ed impegnativi a dispetto dello stile ironico e nerd.
Be', senza nulla voler togliere alla bontà delle sue opere, secondo me un fumetto che riesce a trattare davvero argomenti seri ed impegnativi è questo, che li affronta di petto, parla chiaro e racconta tutto.
Zerocalcare nella sua "profezia" sfiora il tema del disagio giovanile accennando fugacemente alle vicende di una sua amica, morta giovanissima, di cui però in pratica non ci racconta niente. Che fosse affetta da anoressia lo apprendiamo fuori dal fumetto, nelle interviste all'autore. Nella storia, invece, assistiamo all'imbarazzo degli amici e poco più.
Qui Small ci racconta davvero cosa succede ad un bambino che cresce attraversando la malattia ed il disagio familiare. In questo caso la "discesa negli inferi", cui accennavo nell'altra recensione, dura 300 pagine ed è raccontata in prima persona.

Non è una critica a Zerocalcare, che ha realizzato un fumetto divertente ed intelligente, ma ad un modo di recensire i contenuti che mi pare trascuri il panorama complessivo e lo spessore di altre storie che sono state raccontate.

Per chiudere con un pensiero positivo, cito un dettaglio che nel corso della mia lettura ha fatto idealmente da ponte fra le due opere: anche Small come Zerocalcare ha iconizzato uno dei suoi personaggi ritraendolo con le sembianze del Bianconiglio di "Alice nel paese delle meraviglie". I meta-personaggi di Zerocalcare sono in buona compagnia.


giovedì 6 giugno 2013

Lo scontro quotidano

Lo scontro quotidano, vol. 1 e 2
Manu Larcenet
Coconino
Brossurato con sovracopertina, 17x24, 120/125 pp. Colore
€ 17,00 ciascun volume





La vita di Marco, un fotografo freelance, poco famoso e molto precario. Nonostante soffra di crisi di panico, decide di interrompere la terapia ed affrontare la vita con le sue sole forze. E' un po' "bamboccione", vorrebbe starsene tranquillo nella sua casetta di campagna col gatto, ogni tanto farsi le canne col fratello, ma poi deve fare i conti con l'arrivo dell'amore, le responsabilità, il metter su famiglia, il mondo del lavoro (il suo, quello di suo padre), la Storia... le difficoltà della vita.

Non c'è una trama epica. Lo scontro del titolo è fatto di piccole cose, microtrame di vita quotidiana che formano un quadro unitario sul vissuto del protagonista. Molto semplice ma molto reale, fresco e anche profondo.
Molte volte mi sono trovato a pensare alle storie che leggevo o che vedevo al cinema, chiedendomi se fosse possibile raccontare una storia avvincente senza ricorrere a scontri sovrumani, tragedie sconvolgenti, insomma senza premere a fondo sull'acceleratore dell'iperbole. La vita di ogni giorno può essere toccante e coinvolgente? Larcenet non dà sgassate. Racconta la vita di un uomo normale, eccezionale forse solo nella sua patologia, perché per fortuna gli attacchi di panico non sono pane quotidiano di ciascuno di noi. Un uomo un po' debole, come lo siamo tutti, ognuno a modo suo. Un uomo che come tutti deve affrontare le piccole crisi di ogni giorno, rompere un confortevole guscio di isolamento per poter gioire del calore umano, confrontarsi con gli altri sul lavoro, nel tempo libero, vivere in un mondo che non è esattamente quello che vorremmo.

Lo stile grafico semplice e grottesco di Larcenet funziona a meraviglia. Le facce "da pupazzo" dei protagonisti sono estremamente espressive. Le scene di panico, in un "rosso e nero" molto contrastato, danno i brividi. I lavori fotografici di Marco sono resi invece con un disegno al tratto che mostra forse una certa debolezza dell'autore nello stile prettamente realistico, ma che funzionano bene per come sono inserite nel contesto.

Larcenet è un autore prolifico (si veda la sua bibliografia su Wikipedia). Ho avuto modo di leggere solo due tomi di "Une aventure rocambolesque de...": Sigmund Freud e Vincent Van Gogh, entrambi molto intelligenti e gustosi. Coconino ha pubblicato anche "Ritorno alla terra" ed il primo volume di "Blast" che probabilmente mi procurerò a breve.


mercoledì 5 giugno 2013

Sweet Salgari

Sweet Salgari
Paolo Bacilieri
Coconino Press
brossurato, 17x24, 160pp. B/N
€ 17,50



Non sapevo niente della vita di Emilio Salgari. Grazie a Bacilieri ho avuto modo di apprendere chi fosse l'uomo che ha creato Sandokan ed il Corsaro Nero, che leggevo da ragazzo.
E' il ritratto affettuoso di un simpatico cialtrone, affascinato dall'esotismo, appassionato di bisbocce, generoso come solo chi ha le mani bucate sa essere. Pare di capire che la miseria della sua famiglia non fosse dovuta solo agli scarsi compensi che gli venivano elargiti dagli editori, ma anche all'incapacità di gestire in modo assennato le sue finanze: finché c'erano soldi era festa per tutti e poi si tirava la cinghia fino all'occasione successiva per sperperare i nuovi incassi.
Con queste premesse, riesce ancor più drammatica la fine dello scrittore, suicida in modo cruento e disperato.

Bacilieri amministra sapientemente lo svolgersi della trama, con continui flashback sovrapposti che ci mostrano la vita di Salgari fin dall'infanzia. Il tono solitamente leggero riesce però ad essere estremamente dolente e drammatico in alcuni punti chiave, dando al volume uno spessore emotivo importante. I disegni sono caratterizzati dalla consueta linea chiara dell'autore e riescono a rendere efficacemente sia i toni leggeri che quelli più cupi.

Una storia che si legge facilmente, che strappa più di un sorriso e che lascia una sensazione di malinconia che dura a lungo.