giovedì 11 aprile 2013

Black Kiss

Black Kiss
Howard Chaykin



Dice la Wikipedia in inglese: "Black Kiss is a hardboiled erotic American comic book limited series written and drawn by Howard Chaykin, which was originally published in 1988 by Vortex Comics".

Dunque una miniserie, scritta e disegnata da Chaykin, pubblicata nel 1988 e di genere hardboiled/erotico.

Chaykin è autore noto ed affermato, caratterizzato dal suo cinismo e da un sarcasmo caustico. Se aggiungiamo il tema pruriginoso dell'opera, abbiamo realizzato un mix irresistibile per qualsiasi lettore di fumetti occidentali. Ma siccome sono portato per natura a diffidare delle occasioni ghiotte, anziché accontentarmi delle decine di siti che magnificavano l'originalità e la scabrosità del volume, ho preferito rivolgere una prece a San Pirtupìr e dargli una buona lettura in anteprima, per decidere se davvero fosse un'opera così imprescindibile.

E sia lodato il santo, perché stavolta avrei commesso un errore madornale acquistando questo volume.
Sia ben chiaro: sui gusti non si discute e se sono l'unico a lamentarsi di quest'opera un motivo ci sarà. Io vi spiego il mio punto di vista. A voi poi decidere se sono un depravato senza speranza o se magari è il caso di pensarci su.

Per necessità di argomentazione dovrò fare un paio di generici SPOILER. Siete avvertiti!
Se volete farvi sorprendere dall'originalità della trama, non proseguite oltre.

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La storia si svolge in una Los Angeles piena solo di gente corrotta (politici, poliziotti, puttane, nipotine, preti, jazzisti, mafiosi, satanisti, vampiri, non se ne salva uno) tutti presi ad fottersi a vicenda, sia metaforicamente che praticamente. Il sesso è strumento di potere, ma anche debolezza e perversione, e si manifesta ogni tre per due, anche se di solito in rappresentazioni molto "pudiche": nessuna inquadratura realmente pornografica e solo un paio di piselli in bella mostra, tutto il resto si svolge fuori dal bordo delle vignette o nascosto dalla prospettiva dell'inquadratura. Erotismo? Forse. Personalmente, visto il taglio dato alla storia, la trovo una scelta intrapresa solo a metà.
In realtà il desiderio dell'autore è di dimostrare che tutti sono marci ed hanno i loro sporchi segreti, svelandoli uno per volta nel corso della storia in un susseguirsi di colpi di scena davvero frenetico che non ho apprezzato molto.

Ora, per essere giusti, è necessario fare un passo indietro e ripescare la prima riga di questo post: "published in 1988" ed aggiungiamo "in the USA". Un fumetto statunitense dell'88 che non fosse specificamente rivolto al mercato della pornografia ma che contenesse piselli, travestiti e sesso anale poteva effettivamente risultare scandaloso.

Ma sono passati tanti anni! (un quarto di secolo, per la precisione)

Al cinema, anche statunitense, travestiti e sesso anale sono stati sdoganati un bel po' di tempo fa: "La moglie del soldato", che ritraeva uno scioccato Stephen Rea vomitarsi sui piedi alla scoperta che la sua bella aveva un pendaglio fra le gambe, è un film (inglese) del 1992 che ha preso (negli USA) un Oscar e svariate nomination. Nell'Italia dei Marrazzi e dei Lapi Elkan la frequentazione di travestiti è diventata ormai fenomeno di costume. Roba da scandaletti per stampa free.
Forse i piselli su schermo fanno ancora scandalo negli USA, mentre in Italia direi che ormai non ci badiamo più. Per quanto mi riguarda, il tabù del nudo integrale maschile in video fu infranto dal uno sceneggiato RAI in prima serata negli anni settanta (forse "L'amaro caso della baronessa di Carini", ma non potrei scommetterci) e quindi, francamente, mi pare che stiamo disquisendo di questioni superate da eoni.

Fra l'altro si potrebbe fare della dietrologia psicanalitico/sessista considerando che non esiste una sola vera donna che sia ritratta in questo fumetto come persona intelligente e padrona del proprio destino. Certo, anche gli uomini sono tutti un po' fantocci, quindi questa è un'accusa abbastanza oziosa, ma non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che il buon Chaykin fosse piuttosto misogino.

E quindi, alla fine, che rimane?
Rimane un torbido e disincantato thriller in bianco e nero in cui la prurigine sessuale è irrimediabilmente datata e che non si può proprio descrivere nel 2013 come "trasgressivo".
A questo punto preferisco riprendere dalla libreria uno qualsiasi dei volumi del Sin City di Frank Miller (pubblicato inizialmente nel '91), che mi hanno dato molte più soddisfazioni.



PS:
Sono andato a controllare. Il nudo maschile RAI di cui parlavo era in realtà dei primi anni ottanta: Sergio Fantoni in "Delitto di stato".

PPS:
Novità dell'ultimo momento: pare che un capitolo di "Saga" di Brian K. Vaughan e Fiona Staples (di cui ho letto il primo volume con molto gusto, fra qualche mese forse la recensione) sia stato censurato da Apple perché raffigurante sesso orale omosessuale. Ecco, diciamo che nel 2013 per scandalizzare qualcuno tocca ancora tornare al vecchio tabù del sesso gay fra semplici maschi...


mercoledì 10 aprile 2013

Nocturno

Nocturno
Tony Sandoval
Tunué
Brossura, cm 17x24, 224 pp. Colore
€ 22,00



Uno strano cacciatore mascherato in un mondo fantastico crepuscolare e tetro.
Un giovane capellone che fugge dai problemi familiari e si tuffa nell'epica heavy metal per esserne travolto.
Una sorta di berserk che si impadronisce di lui trasformandolo in un combattente micidiale.
Un guerriero medievale implacabile che diventa demone e poi spirito malefico.
Una storia d'amore contrastata e dai forti tratti adolescenziali.
Mostri fantastici e mostri reali.
Creature fatate.
Sangue ed interiora.

Realtà, inconscio ed illusione si mescolano profondamente in questa storia. All'inizio in modo apparentemente scollegato: si è disorientati e non si capisce quale sia la realtà e quale il sogno. Poi, a storia ampiamente inoltrata, i rapporti si chiariscono ed organizzano.
La narrazione, nel complesso, è tutt'altro che lineare.

Tony Sandoval firma testi e disegni, ma il pieno possesso dell'opera non giova al prodotto finale. L'autore adotta tecniche diverse per differenziare i piani narrativi e per sottolineare gli sviluppi della trama: si alternano tavole in toni di grigio, tavole a colori digitali a volte più semplici a volte elaborati e quasi pittorici, tavole a matita nera e rossa, tavole ad acquerello pesante e cupo. Tutte hanno i loro pregi estetici, sono belle da vedere, efficaci dal punto di vista emozionale. Però, ai fini della narrazione, creano un gran guazzabuglio.

La trama ha lo stesso problema: procede a salti, avanti e indietro (temporalmente), dentro e fuori (mentalmente) ed anche un po' "di lato", quando la storia prende delle svolte tanto improvvise quanto radicali. Il "deus ex machina" è sempre dietro l'angolo, i fili della trama tornano sempre a ricongiungersi senza scampo: è una storia adolescenziale anche nella scrittura, col suo bisogno di chiudere tutti i cerchi, di rettificare tutti i quadrati, di recuperare tutto ciò che era in sospeso. L'effetto è piuttosto artificiale.

E, come se non bastasse, Sandoval disegna dei personaggi particolarmente grotteschi, con fisico esile ed affilato e testa tonda e gigante, con lineamenti del volto estremamente infantili.
Fa un effetto strano vedere il protagonista forse ventenne ma con la faccia di un bambino che affronta, pagina dopo pagina, cotte adolescenziali, carneficine, un esilio depresso, facendosi addirittura crescere una folta barba nera che sembra posticcia come una maschera di carnevale.

Penso che questa opera manifesti l'immaturità di Sandoval come autore completo. Forse è solo una sua scelta di libertà, ma per me che leggo è forte la sensazione che si confondano i piani dell'infanzia, dell'adolescenza e della maturità in un calderone un po' "bamboccione", in cui i ragazzini lottano come guerrieri (come sognano di fare i ragazzini) e gli adulti non si comportano da adulti (cosa che un ragazzino non conosce e, di conseguenza, non può raccontare).
Se non fosse per i pesantissimi riferimenti musicali metal, mi sarebbe venuto spontaneo definirlo un fumetto "emo" (corrente che invece, musicalmente, si rifà al punk).
Leggendolo, mi ero immaginato che l'autore fosse poco più che adolescente, mentre invece Sandoval all'epoca della prima pubblicazione di questo fumetto aveva già 32 anni.

In conclusione: il volume è bello, ben confezionato, ben illustrato (a parte quella barba finta). Il connubio trama/illustrazioni è suggestivo anche se molto caotico.
Se siete sognatori che amano farsi rapire dalle suggestioni, questa storia può darvi delle belle soddisfazioni.
Se invece siete puntigliosi come me, storcerete il naso per via della trama e dei personaggi, ma potrete comunque godervi un volume corposo che riempie gli occhi.

Qui la pagina DeviantArt di Tony Sandoval
Qui il suo blog





mercoledì 3 aprile 2013

Liebster Award

A volte capitano cose simpatiche che proprio non ti aspetti: ho vinto un "Liebster Award"!



Me l'ha consegnato (virtualmente) il curatore del blog Fumetti di Carta.

Secondo il traduttore online "liebster" significa "carissimo" e dalle regole direi che si tratti fondamentalmente di una affermazione di stima, visto che si basa sul passaparola ed è completamente "free" (non ci si iscrive, non ci sono premi).
Le regole sono queste:

1) Ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post.
2) Rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
3) Scrivere undici cose su di te.
4) Premiare undici blog che hanno meno di 200 followers.
5) Formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.
6) Informare i blog del premio.


o almeno questa è la versione che è arrivata a me. Ho provato a cercare online il sito ufficiale, ma non l'ho trovato. Ho scoperto invece che le regole devono aver subito qualche metamorfosi col tempo, ma essendo basate sul passaparola ciò non mi stupisce affatto. Anzi, premetto fin d'ora che mi farò scudo di questa circostanza per taroccarle io stesso.

Ma andiamo con ordine...

1) Ringraziamenti:
Orlando, grazie davvero.
I regali inattesi sono quelli più belli, anche quando sono solo "pensieri".

2) Le mie risposte alle domande di Orlando:

1. Perché hai deciso di tenere un Blog?
Per dire la mia e depositarla in un luogo permanente ed accessibile a tutti.
Per vanagloria, forse. O per frustrazione. Perché non ho amici con cui affrontare faccia a faccia i temi che tratto nei miei due blog e quindi butto tutto online, un po' per esibizionismo ed un po' nella speranza di qualche feedback. Di solito non succede. Poi arriva un "Liebster Award" e casco dal pero. :)

2. Qual è, in breve, la tua ricetta per risolvere "la crisi dei fumetti"?
Non ce l'ho.
A me piacciono fumetti intelligenti, ben curati, ben disegnati. Diciamo che mi interessa un sottoinsieme del cosiddetto "fumetto d'autore". Temo di essere un cliente troppo di nicchia per poter risolvere una crisi del sistema.

3. "I fumetti di oggi fanno schifo": solo nostalgia oppure...
Secondo me la situazione si è evoluta in meglio rispetto al passato.
I fumetti più popolari sono realizzati molto meglio di una volta. In più adesso ci sono fumetti d'autore che una volta non esistevano proprio. Ciò non toglie che, secondo i miei gusti personali, tantissimi fumetti contemporanei facciano schifo. Però vendono molte, MOLTE, più copie dei fumetti che piacciono a me.

4. Un fumetto imprescindibile di ieri.
Se "ieri" vuol dire "quando ero bambino": Topolino.
Se vuol dire "quando il fumetto era bambino": Little Nemo di Winsor McCay
Se vuol dire "quando ero già un po' più grandicello": ne scelgo due, l'Incal di Jodorowsky e Moebius e Devil: Amore e Guerra di Miller e Sienkiewicz

5. Un fumetto imprescindibile di oggi.
Lo scontro quotidiano di Manu Larcenet

6. E' solo questione di gusti o esiste un'oggettività del valore/bellezza di un'opera?
Esistono criteri oggettivi ma non si può prescindere da un contesto ben definito: non ha senso paragonare fra loro Topolino, Little Nemo e Amore e Guerra. E' necessario restringere il campo, sennò tutto il fumetto popolare sarà fuffa in confronto con quello d'autore e tutto il fumetto umoristico sarà futile rispetto a quello impegnato e così via.

7. Un comportamento che detesti, in ambito fumettistico (da parte di autori o case editrici o fan...)
Da parte delle case editrici: la scarsa cura nel confezionare un prodotto e nel proporlo al pubblico: refusi, stampe fuori quadro, carta ed inchiostri che si distruggono in mano, siti internet non aggiornati, comunicati stampa ignoranti o mendaci. Se vuoi fare l'editore devi amare i fumetti che stampi, non puoi trattarli male.

8. Fumetto o graphic novel?
Non è un problema.

9. Che spazio occupano i fumetti nella tua vita?
Svariati metri di libreria, una discreta percentuale dello stipendio, sempre meno tempo purtroppo...

10. Le opere d'arte, d'ingegno, d'intrattenimento devono veicolare messaggi?
Non necessariamente, ma se lo fanno sono più contento. Mi piace che lo svago abbia anche gli spunti per far riflettere. Un intrattenimento fine a se stesso può essere divertente sul momento, ma poi non lascia nulla.

11. I fumetti hanno "dignità letteraria"?
Molti prodotti di letteratura non hanno dignità, quindi la domanda è mal posta.
I fumetti che leggo io, di solito, hanno una considerevole dignità narrativa e possono senz'altro essere paragonati ad un buon romanzo.

3) Undici cose su di me:
1. Sono attempato (anta), impiegato, padre di famiglia
2. Mi piacciono i fumetti, so disegnare ma non mi applico abbastanza.
3. Mi piace la musica, suono la chitarra ma non mi applico abbastanza.
4. Mi piace il fai-da-te ma non mi applico abbastanza.
5. Mi piacciono i libri ed il cinema ma non mi applico abbastanza.
6. Sono un fottuto snob, misantropo, presuntuoso. L'umanità mi fa schifo.
7. E poi soffro di solitudine. Un vero pirla!
8. Mia moglie ed i miei migliori amici li ho conosciuti su internet.
9. Passo troppo tempo su Facebook.
10. E poi mi lamento che non mi basta il tempo per fare le cose che vorrei fare.
11. Undici cose su di me sono decisamente troppe.

4) I miei premiati:
Su questa cosa degli undici ho qualche perplessità: se ogni blog ne premia altri 11 in capo a pochi turni finiremo per essere TUTTI premiati ripetutamente. Inoltre sono personalmente molto critico verso le catene di S.Antonio e non amo partecipare ad iniziative che tendono a coinvolgere quantità esponenziali di persone.
Facciamo così: appellandomi al diritto del passaparola, che cambia sempre qualcosa in ciò che trasmette, io ne segnalo TRE. Chi verrà dopo di me decida di fare come meglio crede.
I tre blog sono:

Smokyland
perché fa un lavoro ingrato di traduzione e divulgazione per (immagino) pochi adepti, con una passione smodata ed una qualità costantemente alta

Nuvole Anomale
perché si può ridere o sorridere degli errori e dei refusi quando non sono dovuti a sciatteria, e se sono dovuti a sciatteria allora è bene infierire

Malpertuis
perché è eclettico, profondo, molto umano, intimo senza essere melenso, non ho ancora capito bene di cosa tratti il blog, ma lo leggo sempre con piacere

Sono blog con meno di 200 followers? Non lo so. Non hanno il contatore in homepage e non saprei come altro controllare.

5) Undici domande per gli altri blogger:
in armonia con quanto detto sopra e con la benedizione di San Passaparola, cercherò di non tediare i miei blogger preferiti e farò solo una-domanda-una: "MA PERCHE'?"

6) Vado a passare parola!