mercoledì 13 novembre 2013

Saluti e baci!



Sulla mia scrivania c'è una pila alta così di fumetti già letti che aspettano di essere recensiti.
A casa c'è una pila ancora più alta che si è formata da quando ho smesso di accumulare i fumetti da recensire sulla scrivania.
Saranno almeno cinquanta volumi sui quali non trovo il tempo (e la voglia!) di scrivere.

L'umore non è alle stelle, altre priorità mi distraggono ma soprattutto sto cercando di occuparmi di cose più "concrete". Agire, fare, anziché leggere quello che fanno gli altri. In effetti le due pile sono alte, ma saranno due mesi che non leggo un fumetto. C'è un'altra pila, più alta della somma di queste due, di fumetti da leggere per i quali, al momento, non provo attrazione. Stanno lì, soldi già spesi, in attesa che mi torni la voglia.

E non parliamo di quelli che mi aspettano nella mia casella in fumetteria!

Niente, al momento non ce la faccio a leggere e tantomeno a recensire.
Scrivo questo post per salutare i miei tre lettori - ciao Cristiano, ciao Alberto, ciao Orlando (guarda, ora ti chiedo l'amicizia su Facebook, che ti leggo sempre sui post di Elvezio, così magari due chiacchiere sui fumetti ce le facciamo di persona, anziché rimbalzando su Blogger) - e per sancire ufficialmente che il blog è "in pausa".
Così almeno mi decido a riportare a casa i fumetti della scrivania e la smetto di sentirmi in colpa perché non li ho recensiti.

Mi sono appena sparato l'ultima recensione, scritta mesi fa e che aspettava solo di essere riletta, corretta e pubblicata.

Avevo pensato per un attimo di continuare a pubblicare commenti ultrasintetici, ma non ha senso. Per quello va bene FB, come faccio normalmente.
Anzi, facciamo così: se qualcuno leggeva questo blog e non era già fra i miei amici di FB, mi chieda pure l'amicizia così ci presentiamo e continuiamo a leggerci di là.

https://www.facebook.com/luigi.galieni


Ciao!

Il gusto del cloro

Il gusto del cloro
Bastien Vivès
Black Velvet Editrice
Brossura con alette, 16,5x24, 144 p. Colore
€ 18,00.



Un fumetto che vola via. O forse che scivola via, considerando il tema acquatico.
Una storia di poche parole, lunghi silenzi anfibi, un abbozzo di storia d'amore. La trama è così sintetica che se racconto qualcosa è automaticamente uno spoiler.

Lui, il protagonista, soffre di mal di schiena. Su consiglio dell'osteopata decide di andare in piscina. E' giovane, carino, timido, sfigato. E poi vede Lei, a pagina 24. Il resto della storia parla di loro due che si conoscono, nuotano, fanno amicizia e forse chissà.... ed ho già detto troppo!

Una storia decisamente intimista, in cui i silenzi la fanno da padrone, lo scenario è quantomai circoscritto (solo poche pagine sono ambientate fuori dalla piscina), il colore dominante è un verde-acqua prepotente, debordante, al punto di tingere un po' anche gli incarnati e dare quasi l'impressione di un fumetto monocromatico.
Proprio a causa della scarsità di dialoghi le circa centotrenta pagine di fumetto scorrono molto velocemente, quasi un cartone animato. La gestualità è espressiva e comunica molto, ma si può leggere l'intero albo in dieci minuti e poi restare lì imbambolati a chiedersi: mi è piaciuto? Me lo sono gustato? Un'esperienza di lettura così breve vale il prezzo del volume?

Io l'ho dovuto rileggere tre volte per scrollarmi di dosso la sensazione di un'esperienza troppo breve, un "fumettus interruptus" non perché la storia è troncata ma perché è durato troppo poco.

Eppure il disegno, caratterizzato da tratti sottilissimi che quasi spariscono nella vignetta, è sapiente ed elegante. L'ambientazione è accattivante ed i personaggi, anche se non particolarmente originali, sono realistici e credibili. Insomma, un sacco di qualità, che portano a dire: "peccato, è già finita"...



Per inciso, anch'io ho problemi di mal di schiena (come moltissimi maschi adulti, a quanto pare) e mi è stato consigliato di fare del nuoto per aiutare la colonna vertebrale. Be', ho tergiversato per mesi, anni... e poi ho comprato questo fumetto, pensando che avrebbe potuto essermi di stimolo, ed ho avuto ragione. Da qualche mese nuoto regolarmente, la schiena ed il fisico ringraziano, ed ho ripreso i contatti col mondo della piscina che non frequentavo dalle scuole elementari.
Ed ho ritrovato il silenzio.
Il silenzio delle parole che non si dicono, perché si pensa a nuotare e non c'è molto su cui fare conversazione. Un silenzio diverso da quello raccontato da Vivès, senza sguardi intensi, senza pathos emotivo, anzi, un silenzio un po' sterile, condominiale, ma che mi ha fatto ripensare al suo fumetto a cui devo comunque essere grato.

mercoledì 12 giugno 2013

Graphic journalism

Il fatto che di norma recensisco i fumetti un bel po' di tempo dopo averli letti e che li leggo un bel po' dopo averli comprati sta mettendo in crisi la mia coscienza. Il fatto è che in queste settimane in edicola sta uscendo una collana di fumetti molto interessanti ad un prezzo decisamente conveniente ed in una veste grafica abbastanza buona. Escono uno la settimana, abbinati al Corriere della Sera (ma li ho comprati anche senza quotidiano) ed io probabilmente recensirò il primo quando sarà già stato pubblicato l'ultimo e quindi quando ormai sarà troppo tardi per andare in edicola a comprarli.

Pertanto ho deciso di scardinare lo spaziotempo del mio blog per annunciarvi (già in colpevole ritardo, ma era necessario per riuscire a leggere qualcosa) che questa collana è molto valida e merita di essere seguita. Aggrappatevi colle unghie all'edicolante e vedete se riesce a recuperarvi i numeri già usciti. E non perdete quelli che usciranno, ovviamente.

I riferimenti li trovate sul sito Store del Corriere della Sera, dove, in effetti, potete anche comprarli online se l'edicolante non li trova più.

Saranno 20 numeri, molti dei quali erano già in mio possesso in edizioni più costose, ahimé.
Costano 7,90 €, brossurati, di solito a colori, il numero di pagine è variabile.


Questo l'elenco delle uscite, con un mio brevissimo commento a margine:

Persepolis di Marjane Satrapi - famoso, meritatamente
Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle - interessante ma totalmente privo di ritmo
Valzer con Bashir di Ari Folman, David Polonsky - bello
Fax da Sarajevo di Joe Kubert - non l'ho ancora letto
Quaderni Ucraini di Igort - molto bello e molto duro
Capire Israele di Sarah Gliden - un po' superficiale ma comunque interessante
Zahara’s Paradise di Amir & Khalil - altra storia bellissima e dolorosissima
Palestina di Joe Sacco - stile troppo underground per i miei gusti ma comunque interessante

Fin qui i volumi già pubblicati.
Ecco invece le prossime uscite:

No pasaran di Vittorio Giardino - non lo conosco
La seconda volta che ho visto Roma di Marco Corona - è un inedito
Pyongyang di Guy Delisle - non lo conosco
Castro di Reinhard Kleist - l'ho comprato ma non l'ho ancora letto
Goradze di Joe Sacco - non lo conosco
Marzì di S.Savoia - non lo conosco
Shenzen di G.Delisle - non lo conosco
Dove la terra brucia di Cannatella e Galeani - non lo conosco
Cronache birmane di Guy Delisle - non lo conosco
Morti di sonno di Reviati - bello, malinconico, non molto giornalistico ma toccante
Bye bye babylon di Ziadé - l'ho comprato ma non l'ho ancora letto
Diario italiano di David B - non lo conosco

Sulla base della qualità dei volumi già pubblicati penso proprio che comprerò tutte le nuove uscite, anche se sono un po' perplesso su Delisle, di cui compaiono in tutto ben quattro titoli. Non che sia malaccio, anzi, ma sto facendo una gran fatica per leggermi "Cronache di Gerusalemme": non basta il numero di pagine a farne un romanzo (o novel), si tratta invece di una specie di raccolta di gag che durano una o poche pagine. Leggere tutto un volume così strutturato per me è molto faticoso, ma forse è un limite solo mio.

Insomma, mettete mano al portafogli e buona lettura!


venerdì 7 giugno 2013

Stitches - Ventinove punti

Stitches - Ventinove punti
David Small
Rizzoli Lizard
Brossura con alette, 17x24, 336 p. B/N
€ 19,90



Anni'50 negli Stati Uniti. Un ragazzino di 14 anni affronta un intervento che lo segnerà per il resto della vita. La malattia, però, ed il suo epilogo chiurgico sono solo la punta dell'iceberg: il malessere del giovane David (il racconto è autobiografico) nasce dai conflitti della sua famiglia e dalle loro conseguenze. Genitori austeri e distaccati, che a malapena riescono a convivere pacificamente a patto però di seppellire gravissimi problemi di coppia sotto un asfissiante tappeto di silenzi. Figli non amati, forse non voluti, trattati con freddezza, cinismo, superficialità ma allo stesso tempo in modo oppressivo, frustrante e frustrato.

In un contesto del genere un bambino cresce male. Ha il morale fiaccato, reagisce in modo istintivo, ribelle, scontroso, provocando reazioni ancora peggiori. Il protagonista è un gracile ribelle che subisce la situazione, con ripercussioni anche psicologiche, e che non sa come uscirne finché, per fortuna, anni dopo trova qualcuno con cui parlare, aprirsi, riflettere e comprendere.
Senza timor di spoiler vi dico che c'è il lieto fine. Un lieto fine amaro, triste, ma anche confortante, se vogliamo: libero dalla cappa dell'ambiente familiare David riesce a diventare adulto, artista, professionista affermato, con le sue cicatrici (fisiche e psicologiche) ma finalmente capace di ripercorrere la sua esperienza e raccontarla agli altri in modo magistrale, sperando - immagino - che magari il racconto possa essere d'aiuto a qualcuno. E forse anche per un guizzo d'orgoglio, come si intuisce nell'ultima pagina del fumetto.

Small ha uno stile scarno, nodoso, espressionista, molto efficace nel rendere i cattivi sentimenti che pervadono il volume. Non ho gradito però l'uso pesante di ombreggiature scure, date con poca grazia, che spesso nascondono il disegno e lo rendono meno leggibile. Forse una scelta stilistica, forse una cattiva resa delle procedure di acquisizione e stampa. Il volume nel complesso è ben curato e la qualità della storia vale senz'altro il prezzo.


Un'ultima digressione un po' fuori tema: ultimamente è esploso il fenomeno Zerocalcare. Si tratta di un giovane autore che ammiro e seguo, sia sul blog che su carta. Mi è sembrato però che molti commenti sulla sua opera (principalmente al volume d'esordio "La profezia dell'armadillo", che ho recensito tempo fa) fossero assolutamente sproporzionati, quando lo si descrive come un autore che riesce a trattare argomenti seri ed impegnativi a dispetto dello stile ironico e nerd.
Be', senza nulla voler togliere alla bontà delle sue opere, secondo me un fumetto che riesce a trattare davvero argomenti seri ed impegnativi è questo, che li affronta di petto, parla chiaro e racconta tutto.
Zerocalcare nella sua "profezia" sfiora il tema del disagio giovanile accennando fugacemente alle vicende di una sua amica, morta giovanissima, di cui però in pratica non ci racconta niente. Che fosse affetta da anoressia lo apprendiamo fuori dal fumetto, nelle interviste all'autore. Nella storia, invece, assistiamo all'imbarazzo degli amici e poco più.
Qui Small ci racconta davvero cosa succede ad un bambino che cresce attraversando la malattia ed il disagio familiare. In questo caso la "discesa negli inferi", cui accennavo nell'altra recensione, dura 300 pagine ed è raccontata in prima persona.

Non è una critica a Zerocalcare, che ha realizzato un fumetto divertente ed intelligente, ma ad un modo di recensire i contenuti che mi pare trascuri il panorama complessivo e lo spessore di altre storie che sono state raccontate.

Per chiudere con un pensiero positivo, cito un dettaglio che nel corso della mia lettura ha fatto idealmente da ponte fra le due opere: anche Small come Zerocalcare ha iconizzato uno dei suoi personaggi ritraendolo con le sembianze del Bianconiglio di "Alice nel paese delle meraviglie". I meta-personaggi di Zerocalcare sono in buona compagnia.


giovedì 6 giugno 2013

Lo scontro quotidano

Lo scontro quotidano, vol. 1 e 2
Manu Larcenet
Coconino
Brossurato con sovracopertina, 17x24, 120/125 pp. Colore
€ 17,00 ciascun volume





La vita di Marco, un fotografo freelance, poco famoso e molto precario. Nonostante soffra di crisi di panico, decide di interrompere la terapia ed affrontare la vita con le sue sole forze. E' un po' "bamboccione", vorrebbe starsene tranquillo nella sua casetta di campagna col gatto, ogni tanto farsi le canne col fratello, ma poi deve fare i conti con l'arrivo dell'amore, le responsabilità, il metter su famiglia, il mondo del lavoro (il suo, quello di suo padre), la Storia... le difficoltà della vita.

Non c'è una trama epica. Lo scontro del titolo è fatto di piccole cose, microtrame di vita quotidiana che formano un quadro unitario sul vissuto del protagonista. Molto semplice ma molto reale, fresco e anche profondo.
Molte volte mi sono trovato a pensare alle storie che leggevo o che vedevo al cinema, chiedendomi se fosse possibile raccontare una storia avvincente senza ricorrere a scontri sovrumani, tragedie sconvolgenti, insomma senza premere a fondo sull'acceleratore dell'iperbole. La vita di ogni giorno può essere toccante e coinvolgente? Larcenet non dà sgassate. Racconta la vita di un uomo normale, eccezionale forse solo nella sua patologia, perché per fortuna gli attacchi di panico non sono pane quotidiano di ciascuno di noi. Un uomo un po' debole, come lo siamo tutti, ognuno a modo suo. Un uomo che come tutti deve affrontare le piccole crisi di ogni giorno, rompere un confortevole guscio di isolamento per poter gioire del calore umano, confrontarsi con gli altri sul lavoro, nel tempo libero, vivere in un mondo che non è esattamente quello che vorremmo.

Lo stile grafico semplice e grottesco di Larcenet funziona a meraviglia. Le facce "da pupazzo" dei protagonisti sono estremamente espressive. Le scene di panico, in un "rosso e nero" molto contrastato, danno i brividi. I lavori fotografici di Marco sono resi invece con un disegno al tratto che mostra forse una certa debolezza dell'autore nello stile prettamente realistico, ma che funzionano bene per come sono inserite nel contesto.

Larcenet è un autore prolifico (si veda la sua bibliografia su Wikipedia). Ho avuto modo di leggere solo due tomi di "Une aventure rocambolesque de...": Sigmund Freud e Vincent Van Gogh, entrambi molto intelligenti e gustosi. Coconino ha pubblicato anche "Ritorno alla terra" ed il primo volume di "Blast" che probabilmente mi procurerò a breve.


mercoledì 5 giugno 2013

Sweet Salgari

Sweet Salgari
Paolo Bacilieri
Coconino Press
brossurato, 17x24, 160pp. B/N
€ 17,50



Non sapevo niente della vita di Emilio Salgari. Grazie a Bacilieri ho avuto modo di apprendere chi fosse l'uomo che ha creato Sandokan ed il Corsaro Nero, che leggevo da ragazzo.
E' il ritratto affettuoso di un simpatico cialtrone, affascinato dall'esotismo, appassionato di bisbocce, generoso come solo chi ha le mani bucate sa essere. Pare di capire che la miseria della sua famiglia non fosse dovuta solo agli scarsi compensi che gli venivano elargiti dagli editori, ma anche all'incapacità di gestire in modo assennato le sue finanze: finché c'erano soldi era festa per tutti e poi si tirava la cinghia fino all'occasione successiva per sperperare i nuovi incassi.
Con queste premesse, riesce ancor più drammatica la fine dello scrittore, suicida in modo cruento e disperato.

Bacilieri amministra sapientemente lo svolgersi della trama, con continui flashback sovrapposti che ci mostrano la vita di Salgari fin dall'infanzia. Il tono solitamente leggero riesce però ad essere estremamente dolente e drammatico in alcuni punti chiave, dando al volume uno spessore emotivo importante. I disegni sono caratterizzati dalla consueta linea chiara dell'autore e riescono a rendere efficacemente sia i toni leggeri che quelli più cupi.

Una storia che si legge facilmente, che strappa più di un sorriso e che lascia una sensazione di malinconia che dura a lungo.

giovedì 2 maggio 2013

Furari - Sulle orme del vento

Furari - Sulle orme del vento
Jiro Taniguchi
Rizzoli-Lizard
Brossura con alette, 17x24, 216 pp. B/N
€ 17,00



Un pensionato baby con un sacco di tempo libero decide di farsi delle gran passeggiate. Invece che andare a guardare i cantieri che lavorano, si mette a contare i propri passi per tracciare una mappa della città.
E' a tal punto solerte e motivato che l'imperatore gli dice: "Ma perché non te ne vai a misurare tutto il Giappone?" e fu così che il pensionato passò il resto dei suoi anni scarpinando su e giù per il paese.

Questa più o meno la storia di Ino Tadataka, protagonista di questo fumetto.

Taniguchi però ci mette del suo ed immagina che Tadakata avesse un formidabile spirito di immedesimazione con gli animali che vedeva intorno a sé, al punto di ritrovarsi immerso in vertiginosi sogni ad occhi aperti in cui attraversava i cieli in volo con i nibbi e le libellule, parlava coi ciliegi, passeggiava sui tetti come i gatti, scarpinava con le formiche fra foreste di steli d'erba e nuotava nei fossi con le tartarughe.

A me Taniguchi piace. Credo di aver comprato tutto ciò che di suo è stato pubblicato in Italia. Quindi mi permetto di scherzare con un po' di affetto. Questo fumetto ripropone alcune caratteristiche tipiche dell'autore: la calma, la lentezza, l'attenzione a ciò che ci circonda, il silenzio, la fantasticheria. Tutto questo però, calato sulle vicende di Ino Tadataka, lo fa sembrare una specie di fricchettone ante-litteram, incline alle sbornie di sakè ed ai trip lisergici, con un risultato se vogliamo suggestivo ma anche piuttosto strampalato. Ne guadagna certamente in simpatia, questo strano personaggio che io invece mi immagino molto più pragmatico, determinato, puntiglioso. Non riesco ad immaginare altrimenti una persona che decide di misurare l'intero Giappone a piedi! Un figlio dei fiori non sarebbe riuscito a compiere un'impresa così imponente.

La visione di Taniguchi è leggera e poetica. E' comunque piacevole da leggere, anche quando trasforma un ragioniere in un poeta.

giovedì 11 aprile 2013

Black Kiss

Black Kiss
Howard Chaykin



Dice la Wikipedia in inglese: "Black Kiss is a hardboiled erotic American comic book limited series written and drawn by Howard Chaykin, which was originally published in 1988 by Vortex Comics".

Dunque una miniserie, scritta e disegnata da Chaykin, pubblicata nel 1988 e di genere hardboiled/erotico.

Chaykin è autore noto ed affermato, caratterizzato dal suo cinismo e da un sarcasmo caustico. Se aggiungiamo il tema pruriginoso dell'opera, abbiamo realizzato un mix irresistibile per qualsiasi lettore di fumetti occidentali. Ma siccome sono portato per natura a diffidare delle occasioni ghiotte, anziché accontentarmi delle decine di siti che magnificavano l'originalità e la scabrosità del volume, ho preferito rivolgere una prece a San Pirtupìr e dargli una buona lettura in anteprima, per decidere se davvero fosse un'opera così imprescindibile.

E sia lodato il santo, perché stavolta avrei commesso un errore madornale acquistando questo volume.
Sia ben chiaro: sui gusti non si discute e se sono l'unico a lamentarsi di quest'opera un motivo ci sarà. Io vi spiego il mio punto di vista. A voi poi decidere se sono un depravato senza speranza o se magari è il caso di pensarci su.

Per necessità di argomentazione dovrò fare un paio di generici SPOILER. Siete avvertiti!
Se volete farvi sorprendere dall'originalità della trama, non proseguite oltre.

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La storia si svolge in una Los Angeles piena solo di gente corrotta (politici, poliziotti, puttane, nipotine, preti, jazzisti, mafiosi, satanisti, vampiri, non se ne salva uno) tutti presi ad fottersi a vicenda, sia metaforicamente che praticamente. Il sesso è strumento di potere, ma anche debolezza e perversione, e si manifesta ogni tre per due, anche se di solito in rappresentazioni molto "pudiche": nessuna inquadratura realmente pornografica e solo un paio di piselli in bella mostra, tutto il resto si svolge fuori dal bordo delle vignette o nascosto dalla prospettiva dell'inquadratura. Erotismo? Forse. Personalmente, visto il taglio dato alla storia, la trovo una scelta intrapresa solo a metà.
In realtà il desiderio dell'autore è di dimostrare che tutti sono marci ed hanno i loro sporchi segreti, svelandoli uno per volta nel corso della storia in un susseguirsi di colpi di scena davvero frenetico che non ho apprezzato molto.

Ora, per essere giusti, è necessario fare un passo indietro e ripescare la prima riga di questo post: "published in 1988" ed aggiungiamo "in the USA". Un fumetto statunitense dell'88 che non fosse specificamente rivolto al mercato della pornografia ma che contenesse piselli, travestiti e sesso anale poteva effettivamente risultare scandaloso.

Ma sono passati tanti anni! (un quarto di secolo, per la precisione)

Al cinema, anche statunitense, travestiti e sesso anale sono stati sdoganati un bel po' di tempo fa: "La moglie del soldato", che ritraeva uno scioccato Stephen Rea vomitarsi sui piedi alla scoperta che la sua bella aveva un pendaglio fra le gambe, è un film (inglese) del 1992 che ha preso (negli USA) un Oscar e svariate nomination. Nell'Italia dei Marrazzi e dei Lapi Elkan la frequentazione di travestiti è diventata ormai fenomeno di costume. Roba da scandaletti per stampa free.
Forse i piselli su schermo fanno ancora scandalo negli USA, mentre in Italia direi che ormai non ci badiamo più. Per quanto mi riguarda, il tabù del nudo integrale maschile in video fu infranto dal uno sceneggiato RAI in prima serata negli anni settanta (forse "L'amaro caso della baronessa di Carini", ma non potrei scommetterci) e quindi, francamente, mi pare che stiamo disquisendo di questioni superate da eoni.

Fra l'altro si potrebbe fare della dietrologia psicanalitico/sessista considerando che non esiste una sola vera donna che sia ritratta in questo fumetto come persona intelligente e padrona del proprio destino. Certo, anche gli uomini sono tutti un po' fantocci, quindi questa è un'accusa abbastanza oziosa, ma non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che il buon Chaykin fosse piuttosto misogino.

E quindi, alla fine, che rimane?
Rimane un torbido e disincantato thriller in bianco e nero in cui la prurigine sessuale è irrimediabilmente datata e che non si può proprio descrivere nel 2013 come "trasgressivo".
A questo punto preferisco riprendere dalla libreria uno qualsiasi dei volumi del Sin City di Frank Miller (pubblicato inizialmente nel '91), che mi hanno dato molte più soddisfazioni.



PS:
Sono andato a controllare. Il nudo maschile RAI di cui parlavo era in realtà dei primi anni ottanta: Sergio Fantoni in "Delitto di stato".

PPS:
Novità dell'ultimo momento: pare che un capitolo di "Saga" di Brian K. Vaughan e Fiona Staples (di cui ho letto il primo volume con molto gusto, fra qualche mese forse la recensione) sia stato censurato da Apple perché raffigurante sesso orale omosessuale. Ecco, diciamo che nel 2013 per scandalizzare qualcuno tocca ancora tornare al vecchio tabù del sesso gay fra semplici maschi...


mercoledì 10 aprile 2013

Nocturno

Nocturno
Tony Sandoval
Tunué
Brossura, cm 17x24, 224 pp. Colore
€ 22,00



Uno strano cacciatore mascherato in un mondo fantastico crepuscolare e tetro.
Un giovane capellone che fugge dai problemi familiari e si tuffa nell'epica heavy metal per esserne travolto.
Una sorta di berserk che si impadronisce di lui trasformandolo in un combattente micidiale.
Un guerriero medievale implacabile che diventa demone e poi spirito malefico.
Una storia d'amore contrastata e dai forti tratti adolescenziali.
Mostri fantastici e mostri reali.
Creature fatate.
Sangue ed interiora.

Realtà, inconscio ed illusione si mescolano profondamente in questa storia. All'inizio in modo apparentemente scollegato: si è disorientati e non si capisce quale sia la realtà e quale il sogno. Poi, a storia ampiamente inoltrata, i rapporti si chiariscono ed organizzano.
La narrazione, nel complesso, è tutt'altro che lineare.

Tony Sandoval firma testi e disegni, ma il pieno possesso dell'opera non giova al prodotto finale. L'autore adotta tecniche diverse per differenziare i piani narrativi e per sottolineare gli sviluppi della trama: si alternano tavole in toni di grigio, tavole a colori digitali a volte più semplici a volte elaborati e quasi pittorici, tavole a matita nera e rossa, tavole ad acquerello pesante e cupo. Tutte hanno i loro pregi estetici, sono belle da vedere, efficaci dal punto di vista emozionale. Però, ai fini della narrazione, creano un gran guazzabuglio.

La trama ha lo stesso problema: procede a salti, avanti e indietro (temporalmente), dentro e fuori (mentalmente) ed anche un po' "di lato", quando la storia prende delle svolte tanto improvvise quanto radicali. Il "deus ex machina" è sempre dietro l'angolo, i fili della trama tornano sempre a ricongiungersi senza scampo: è una storia adolescenziale anche nella scrittura, col suo bisogno di chiudere tutti i cerchi, di rettificare tutti i quadrati, di recuperare tutto ciò che era in sospeso. L'effetto è piuttosto artificiale.

E, come se non bastasse, Sandoval disegna dei personaggi particolarmente grotteschi, con fisico esile ed affilato e testa tonda e gigante, con lineamenti del volto estremamente infantili.
Fa un effetto strano vedere il protagonista forse ventenne ma con la faccia di un bambino che affronta, pagina dopo pagina, cotte adolescenziali, carneficine, un esilio depresso, facendosi addirittura crescere una folta barba nera che sembra posticcia come una maschera di carnevale.

Penso che questa opera manifesti l'immaturità di Sandoval come autore completo. Forse è solo una sua scelta di libertà, ma per me che leggo è forte la sensazione che si confondano i piani dell'infanzia, dell'adolescenza e della maturità in un calderone un po' "bamboccione", in cui i ragazzini lottano come guerrieri (come sognano di fare i ragazzini) e gli adulti non si comportano da adulti (cosa che un ragazzino non conosce e, di conseguenza, non può raccontare).
Se non fosse per i pesantissimi riferimenti musicali metal, mi sarebbe venuto spontaneo definirlo un fumetto "emo" (corrente che invece, musicalmente, si rifà al punk).
Leggendolo, mi ero immaginato che l'autore fosse poco più che adolescente, mentre invece Sandoval all'epoca della prima pubblicazione di questo fumetto aveva già 32 anni.

In conclusione: il volume è bello, ben confezionato, ben illustrato (a parte quella barba finta). Il connubio trama/illustrazioni è suggestivo anche se molto caotico.
Se siete sognatori che amano farsi rapire dalle suggestioni, questa storia può darvi delle belle soddisfazioni.
Se invece siete puntigliosi come me, storcerete il naso per via della trama e dei personaggi, ma potrete comunque godervi un volume corposo che riempie gli occhi.

Qui la pagina DeviantArt di Tony Sandoval
Qui il suo blog





mercoledì 3 aprile 2013

Liebster Award

A volte capitano cose simpatiche che proprio non ti aspetti: ho vinto un "Liebster Award"!



Me l'ha consegnato (virtualmente) il curatore del blog Fumetti di Carta.

Secondo il traduttore online "liebster" significa "carissimo" e dalle regole direi che si tratti fondamentalmente di una affermazione di stima, visto che si basa sul passaparola ed è completamente "free" (non ci si iscrive, non ci sono premi).
Le regole sono queste:

1) Ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post.
2) Rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
3) Scrivere undici cose su di te.
4) Premiare undici blog che hanno meno di 200 followers.
5) Formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.
6) Informare i blog del premio.


o almeno questa è la versione che è arrivata a me. Ho provato a cercare online il sito ufficiale, ma non l'ho trovato. Ho scoperto invece che le regole devono aver subito qualche metamorfosi col tempo, ma essendo basate sul passaparola ciò non mi stupisce affatto. Anzi, premetto fin d'ora che mi farò scudo di questa circostanza per taroccarle io stesso.

Ma andiamo con ordine...

1) Ringraziamenti:
Orlando, grazie davvero.
I regali inattesi sono quelli più belli, anche quando sono solo "pensieri".

2) Le mie risposte alle domande di Orlando:

1. Perché hai deciso di tenere un Blog?
Per dire la mia e depositarla in un luogo permanente ed accessibile a tutti.
Per vanagloria, forse. O per frustrazione. Perché non ho amici con cui affrontare faccia a faccia i temi che tratto nei miei due blog e quindi butto tutto online, un po' per esibizionismo ed un po' nella speranza di qualche feedback. Di solito non succede. Poi arriva un "Liebster Award" e casco dal pero. :)

2. Qual è, in breve, la tua ricetta per risolvere "la crisi dei fumetti"?
Non ce l'ho.
A me piacciono fumetti intelligenti, ben curati, ben disegnati. Diciamo che mi interessa un sottoinsieme del cosiddetto "fumetto d'autore". Temo di essere un cliente troppo di nicchia per poter risolvere una crisi del sistema.

3. "I fumetti di oggi fanno schifo": solo nostalgia oppure...
Secondo me la situazione si è evoluta in meglio rispetto al passato.
I fumetti più popolari sono realizzati molto meglio di una volta. In più adesso ci sono fumetti d'autore che una volta non esistevano proprio. Ciò non toglie che, secondo i miei gusti personali, tantissimi fumetti contemporanei facciano schifo. Però vendono molte, MOLTE, più copie dei fumetti che piacciono a me.

4. Un fumetto imprescindibile di ieri.
Se "ieri" vuol dire "quando ero bambino": Topolino.
Se vuol dire "quando il fumetto era bambino": Little Nemo di Winsor McCay
Se vuol dire "quando ero già un po' più grandicello": ne scelgo due, l'Incal di Jodorowsky e Moebius e Devil: Amore e Guerra di Miller e Sienkiewicz

5. Un fumetto imprescindibile di oggi.
Lo scontro quotidiano di Manu Larcenet

6. E' solo questione di gusti o esiste un'oggettività del valore/bellezza di un'opera?
Esistono criteri oggettivi ma non si può prescindere da un contesto ben definito: non ha senso paragonare fra loro Topolino, Little Nemo e Amore e Guerra. E' necessario restringere il campo, sennò tutto il fumetto popolare sarà fuffa in confronto con quello d'autore e tutto il fumetto umoristico sarà futile rispetto a quello impegnato e così via.

7. Un comportamento che detesti, in ambito fumettistico (da parte di autori o case editrici o fan...)
Da parte delle case editrici: la scarsa cura nel confezionare un prodotto e nel proporlo al pubblico: refusi, stampe fuori quadro, carta ed inchiostri che si distruggono in mano, siti internet non aggiornati, comunicati stampa ignoranti o mendaci. Se vuoi fare l'editore devi amare i fumetti che stampi, non puoi trattarli male.

8. Fumetto o graphic novel?
Non è un problema.

9. Che spazio occupano i fumetti nella tua vita?
Svariati metri di libreria, una discreta percentuale dello stipendio, sempre meno tempo purtroppo...

10. Le opere d'arte, d'ingegno, d'intrattenimento devono veicolare messaggi?
Non necessariamente, ma se lo fanno sono più contento. Mi piace che lo svago abbia anche gli spunti per far riflettere. Un intrattenimento fine a se stesso può essere divertente sul momento, ma poi non lascia nulla.

11. I fumetti hanno "dignità letteraria"?
Molti prodotti di letteratura non hanno dignità, quindi la domanda è mal posta.
I fumetti che leggo io, di solito, hanno una considerevole dignità narrativa e possono senz'altro essere paragonati ad un buon romanzo.

3) Undici cose su di me:
1. Sono attempato (anta), impiegato, padre di famiglia
2. Mi piacciono i fumetti, so disegnare ma non mi applico abbastanza.
3. Mi piace la musica, suono la chitarra ma non mi applico abbastanza.
4. Mi piace il fai-da-te ma non mi applico abbastanza.
5. Mi piacciono i libri ed il cinema ma non mi applico abbastanza.
6. Sono un fottuto snob, misantropo, presuntuoso. L'umanità mi fa schifo.
7. E poi soffro di solitudine. Un vero pirla!
8. Mia moglie ed i miei migliori amici li ho conosciuti su internet.
9. Passo troppo tempo su Facebook.
10. E poi mi lamento che non mi basta il tempo per fare le cose che vorrei fare.
11. Undici cose su di me sono decisamente troppe.

4) I miei premiati:
Su questa cosa degli undici ho qualche perplessità: se ogni blog ne premia altri 11 in capo a pochi turni finiremo per essere TUTTI premiati ripetutamente. Inoltre sono personalmente molto critico verso le catene di S.Antonio e non amo partecipare ad iniziative che tendono a coinvolgere quantità esponenziali di persone.
Facciamo così: appellandomi al diritto del passaparola, che cambia sempre qualcosa in ciò che trasmette, io ne segnalo TRE. Chi verrà dopo di me decida di fare come meglio crede.
I tre blog sono:

Smokyland
perché fa un lavoro ingrato di traduzione e divulgazione per (immagino) pochi adepti, con una passione smodata ed una qualità costantemente alta

Nuvole Anomale
perché si può ridere o sorridere degli errori e dei refusi quando non sono dovuti a sciatteria, e se sono dovuti a sciatteria allora è bene infierire

Malpertuis
perché è eclettico, profondo, molto umano, intimo senza essere melenso, non ho ancora capito bene di cosa tratti il blog, ma lo leggo sempre con piacere

Sono blog con meno di 200 followers? Non lo so. Non hanno il contatore in homepage e non saprei come altro controllare.

5) Undici domande per gli altri blogger:
in armonia con quanto detto sopra e con la benedizione di San Passaparola, cercherò di non tediare i miei blogger preferiti e farò solo una-domanda-una: "MA PERCHE'?"

6) Vado a passare parola!

mercoledì 6 marzo 2013

Tre ombre

Tre ombre
Cyril Pedrosa
Edizioni BD
Brossura, 17x24, 272 pp. B/N
€ 16,00



Mi dispiace essere fumoso, ma questa storia merita di essere scoperta un po' per volta e quindi non posso dire troppo.

Una famigliola felice (padre, madre e figlioletto) vive in un mondo idilliaco, finché un giorno tre misteriose figure compaiono all'orizzonte ed iniziano un discreto stalking.
Mistero, inquietudine, ansia.
Da questa situazione di forte tensione avrà origine una fuga, lunga, articolata, distraente. Si affrontano molti pericoli per evitarne uno solo. E la scommessa è perdente: la minaccia non demorde, nonostante tutti i tentativi.
La vicenda ad un certo punto prende una piega strana, fantastica, onirica, magica. E c'è una resa dei conti finale, drammatica e struggente.

Lo spunto di trama di questo romanzo grafico ("aiuto, la graphic novel!" ma in effetti la storia è alquanto romanzesca) avrebbe potuto essere sviluppato in poche pagine. Ci sono degli ampi inserti intermedi che non hanno un vero legame con la trama principale. Per esempio una parte della fuga ha luogo su una grossa nave e potrebbe essere una storia a se stante, con i suoi protagonisti e le sue trame completamente slegati dal resto. Lo stesso vale per la vicenda dello strano vecchio che pratica oscure arti magiche. Scampoli di storie che vengono montati in sequenza e finiscono per portare ciascuno il suo contributo ad un'opera corposa ma per niente omogenea.

Il disegno di Pedrosa è molto suggestivo. Riesce a trasmettere con efficacia tanto la naturalezza e freschezza delle scene liete che il mistero, l'angoscia, la rabbia delle scene cruente, trattando le prime con uno stile molto cartoonesco e le seconde con una sintesi grafica che ricorda l'incisione, ma passando da un estremo all'altro in modo molto naturale e mantenendo una forte identità stilistica.

Di Cyril Pedrosa ho già recensito Autobio (qui), che ha una struttura ed uno spirito completamente diversi, ed ho in attesa sullo scaffale Portugal, che mi dicono essere molto bello. Insomma, Pedrosa si sta rivelando un autore molto interessante, dotato di grande versatilità ma anche decisamente appassionante.

mercoledì 13 febbraio 2013

IAN - Intelligenza Artificiale Neuromeccanica

IAN - Intelligenza Artificiale Neuromeccanica
#1 - La scimmia elettrica
#2 - Metanoia
Fabien Vehlmann, Ralph Meyer
GP Publishing
(al momento il sito dell'editore è in ristrutturazione)
Brossurato, 16x21, 96 pp. B/N
€ 2,90 ciascun volume



IAN è un fumetto francese, nato a colori per una edizione cartonata, "alla francese" appunto.
Poi qualcuno ha pensato bene di adattarlo al classico formato bonelliano: più piccolo, in bianco e nero, con un numero doppio di pagine. Quattro volumi originali che si compattano in due bonellidi.

E' un'operazione che all'inizio mi ha fatto storcere il naso. Mi è già capitato di leggere fumetti pensati per il grande formato e ridotti a formati anche meno piccoli di questo. Di solito la prima cosa che ne risente è il lettering, che perde leggibilità. In secondo luogo, ma questo dipende dallo stile del disegnatore, la quantità di dettagli può degenerare in un pasticcio incomprensibile.

Eppure...

eppure un'altra mia idiosincrazia è relativa al formato "alla francese": un'edizione lussuosa e molto costosa per dei fumetti che, di solito, non hanno molto spessore. Fumetto d'evasione. Spesso caratterizzato da protagonisti monolitici, belle donne spesso maggiorate se non addirittura in versione super-deformed, ambientazioni esotiche, auto costose, accessori di lusso, martini non shakerati e così via.
Non il fumetto che preferisco, insomma. E per di più esageratamente costoso.

Quindi, alla fine, l'iniziativa della GP Publishing di pubblicare in formato supereconomico queste storie mi è risultata utile: ho avuto modo di togliermi la curiosità su di una serie che mi stuzzicava ma non mi convinceva fino in fondo, per la modica cifra di 5 euro e 80. Nel formato originale sarebbe costata 48€ in quattro albi, 38€ per la raccolta in volume unico.



IAN è un androide dotato di un cervello molto sofisticato, forse capace anche di provare emozioni. E' un prototipo, quindi non si sa bene come si svilupperà la sua personalità. Quel che si sa per certo è che è molto più figo degli uomini veri: più veloce, più resistente, più attento, più preciso. Viene aggregato ad una strana squadra di "risolutori di problemi" internazionali e comincia subito ad affrontare situazioni molto dinamiche e violente.
Nel corso di queste vicissitudini dovrà imparare a crescere, capire gli umani, capire come funziona la vita e, soprattutto, come funziona quella sua mente tanto prodigiosa quanto inesplorata.

Mi sarebbe piaciuto che uno spunto come questo fosse trattato con maggior approfondimento psicologico. Ci sarebbe stato materiale in abbondanza. Ed invece, in perfetto stile "alla francese", non è molto più che un blockbuster di genere "action". Il finale della serie ricorda un po' Matrix, con un barbuto sapientone che elargisce a IAN manciate di consapevolezza sulla sua condizione come se fossero cose ovvie e risapute. L'epilogo è estremamente sorprendente ed inaspettato, anche se non lascia molto soddisfatti.

I disegni riescono a rimanere leggibili e gradevoli nonostante la riduzione. Il primo episodio è in bianco e nero al tratto. Gli altri tre sono in toni di grigio e risultano decisamente più gradevoli, soprattutto gli ultimi due, dove i grigi sono un po' meno intensi.

Il lettering è un po' faticoso per un vecchietto come me, ma tutto sommato non è malaccio. Ho avuto esperienze decisamente peggiori di questa.

In conclusione devo ringraziare GP Publishing per avermi fatto risparmiare un bel po' di soldi ed avermi comunque offerto un intrattenimento abbastanza piacevole, commisurato alla spesa.

venerdì 8 febbraio 2013

Octave. L'integrale

Octave. L'integrale
David Chauvel, Alfred, Walter
Tunué
Brossura, 19,5x27 con bordi arrotondati, 128 pp. Colori
€ 16,90


Octave è un ragazzino con una fervida fantasia ed un gran caratteraccio. Vive con la madre in una casetta sulla scogliera. Il padre è morto in mare e lui odia il mare e l'acqua con tutto il cuore. La routine quotidiana lo rende nervoso ed irascibile, ma per fortuna gli capitano (quattro) avventure fantastiche, a metà fra il sonno e la veglia, in cui ha modo di dimostrare il suo buon cuore e la sua generosità, vincendo anche la sua avversione per il mare.
Nell'ordine: salverà un capodoglio arenato, saboterà un peschereccio cattivo, rimanderà a casa sua un pinguino vittima del disgelo e libererà un gruppo di uccelli marini da un parco acquatico. Molto ecologista, non c'è che dire.

E' un prodotto strano, questo volume: sembra contenere storie per ragazzini, con buoni sentimenti e morale edificante, ma il carattere del protagonista lo rende più simile ad un piccolo adulto travestito. Questo mi lascia un po' perplesso, ma dovrei provare a sottoporlo alla mia pargola quattrenne per vedere come la prende. Magari non ci fa caso.

Le storie filano lisce e divertenti. I disegni di Alfred sono vivaci ed espressivi. I personaggi sono simpatici. La veste editoriale con gli angoli arrotondati è originale. Tutto sommato un buon mix.

giovedì 7 febbraio 2013

Adiós muchachos

Adiós muchachos
Paolo Bacilieri, Matz
Rizzoli Lizard
Brossura con alette, 17x24, 128 pp. Colori
€ 17,00


Cuba, una fanciulla disinibita ed opportunista, un tipo losco, un morto, un sacco di soldi.
La bella ragazza cubana adesca turisti facoltosi per ottenere qualche vantaggio economico, spalleggiata dalla madre che non si fa certo scrupoli. Una di queste avventure, che sembra particolarmente frizzante, finisce per generare malintesi, sotterfugi e casualmente anche un morto. Quando le cose cominciano ad andar male, però, chi si intestardisce non fa altro che peggiorare la situazione.

Comincia come commedia piccante e finisce come un thriller questa storia non particolarmente originale ma abbastanza interessante. La trama è gestita con sufficiente equilibrio, i disegni di Bacilieri sono piacevoli e freschi, Cuba fa tanto esotico e peccaminoso.
C'è più di un cliché in questo cocktail.

Forse forse, uno svago leggero come questo non si merita pienamente il prezzo di copertina.

giovedì 24 gennaio 2013

Il cacciatore di aquiloni

Il cacciatore di aquiloni
Tommaso Valsecchi, Fabio Celoni e Mirka Andolfo
Edizioni Piemme

Brossura con alette, 17x24, 136 pp. Colori
€ 9,90


Non ho letto il romanzo.
Non ho visto il film.
So solo che hanno avuto un grande successo e che sono piaciuti molto ad alcuni miei conoscenti.
Ciò che mi ha spinto a comprare il fumetto è stata la curiosità per i disegni di Fabio Celoni, un artista che avevo già visto all'opera su Topolino e Dylan Dog e che mi aveva molto meravigliato per la capacità di affrontare in modo tanto diverso i due personaggi.

Questo fumetto si è rivelato però una grossa delusione.
Non certo per colpa di Celoni, che anzi fa bene la sua parte. Nei suoi lavori in bianco e nero ha la tendenza ad appesantire molto le chine e rendere le vignette poco leggibili, caratteristica che scompare completamente in queste tavole pensate per il colore. No, casomai la pecca della parte grafica sono proprio i colori di Mirka Andolfo, troppo "sfumacchiosi", che danno un fastidioso effetto per niente realistico, ovattato. Ma anche questo non sarebbe un gran difetto: per la parte grafica l'albo ottiene tranquillamente una buona sufficienza complessiva.

Quel che proprio non ho digerito sono stati la trama ed il suo sviluppo: il protagonista bambino imbelle e vigliacco che maltratta ingiustamente un amico fraterno, il protagonista adulto che non sa superare il rimorso, i casi della vita che imbastiscono un percorso di redenzione implausibile ed una fastidiosa quadratura del cerchio che suggerisce un finale pacificato, con la colpa espiata per interposta generazione. Il tutto trattato in modo fugace, superficiale, senza alcun vero approfondimento psicologico e senza anche solo il tempo (le pagine) per giustificare certi snodi di trama che appaiono frettolosi ed insensati.

Si potrebbe obliterare la questione richiamando l'ovvia difficoltà di trasporre a fumetti un romanzo, cosa che impedisce di mantenere la profondità delle descrizioni e delle riflessioni della parola scritta, dovendola condensare in un numero minore di pagine, dedicate più all'illustrazione che non a dialoghi e didascalie.

Ma c'è un fatto curioso che stuzzica la mia fantasia complottista: la copertina riporta come autore Khaled Hosseini, che ovviamente non ha niente a che fare col fumetto. Fabio Celoni e Mirka Andolfo compaiono in copertina, ma in posizione anomala, in basso, con una scritta che non si fa notare molto. Ma ancora peggio viene trattato lo sceneggiatore, Tommaso Valsecchi, il cui nome figura soltanto nella pagina dei "credits", quella che non legge nessuno tranne i pignoli come me.
Come mai questo tentativo di occultare lo sceneggiatore? E' senz'altro una cosa anomala nel mondo del fumetto.

Il mio sospetto è che la casa editrice abbia pianificato un'operazione commerciale non molto convinta, puntando solo sullo sfruttamento di un titolo famoso. Questo sarebbe in linea con la copertina, che tende a mimetizzarsi con quella del romanzo ed a dare uno spazio minimo ai veri autori del fumetto.


Boh, forse mi sono fatto prendere la mano da Giacobbo.
Anzi, a leggere le parole dello stesso Valsecchi (clicca qui), pare che i fatti si siano svolti proprio al contrario di come ho immaginato io!

Eppure...

martedì 22 gennaio 2013

The Goon Superpack

The Goon Superpack (1, 2, 3)
Eric Powell
Panini Comics
All'Interno: IL GIORNO DELL’AVVOLTOIO, LA MIA INFANZIA CRIMINALE (E ALTRI RACCONTI PESI), CUMULI DI MACERIE
Brossurato, 17x26, 144 + 136 + 128 pp. Colori
€ 36.00



The Goon è un brutto ceffo dal cuore d'oro. Una sorta di boss criminale di borgata, dedito ad ogni genere di affari illegali vecchio stile, ma anche protettore della sua comunità che quando ha bisogno di aiuto sa dove trovare una robusta spalla su cui piangere ed un solido pugno che la difenda. E guarda caso ce n'è proprio bisogno, visto che in città è in atto una grottesca invasione di zombie capitanati da un surreale "prete" in cappello a cilindro.
In realtà il tutto è solo la scusa per consentire all'autore di raccontare e disegnare quel che più gli piace a modo suo: bulli, pupe, zombi, vagabondi, fantasmi, creature stravaganti, sordide maledizioni, robot giganti, scienziati pazzi e qualsiasi altra trovata da filmaccio di serie B si abbinano ad uno stile di racconto estremamente grottesco e sopra le righe, incluse anche alcune gustose finte pubblicità.

E' sicuramente un fumetto divertente, anche se andando a stringere si tratta di un'operazione un po' fine a se stessa: dopo essersi fatti qualche sana risata non resta molto altro ed alla fine di tre paperback (comprati in blocco, grazie ad una promozione della casa editrice) non ho neanche lo stimolo a proseguire la lettura con gli altri volumi che nel frattempo sono stati pubblicati.




lunedì 21 gennaio 2013

Autobio

Autobio
Cyril Pedrosa
Q Press, collana Oltrenero Humour
48 pagine grammatura 150 g/m2, in carta certificata FSC e PEFC per la gestione responsabile e sostenibile delle foreste.
Copertina 300 g/m2 in cartoncino in fibra di eucalipto
Brossurato, rilegato a filo refe, 17x24, B/N
€ 9,90


Storielle umoristiche di carattere autobiografico ed ecologista, da una pagina o due, pubblicate in origine sulla rivista francese Fluide Glacial.

L'autore racconta con autoironia la vita di una famiglia eco-compatibile, artistoide ed idealista, le sue scelte, le difficoltà per metterle in atto quotidianamente, i rapporti conflittuali con chi non si pone proprio il problema della sostenibilità.

Personalmente non amo molto le raccolte di strisce, di vignette o, come in questo caso, di storie brevissime. Fatico a mantenere la concentrazione, dovrei leggerle un po' per volta, come vengono pubblicate. Però questo è un limite mio.
Se tralasciamo questo aspetto, le storielle di Pedrosa sono divertenti ed esasperano simpaticamente le situazioni che conosce chiunque provi seriamente a fare una raccolta differenziata o a controllare la qualità di ciò che sta comprando al supermercato. Pedrosa disegna bene ed è molto bravo a rendere la mimica e le espressioni più adatte per il tono umoristico delle storie.

Il disegno, ristretto rispetto al il formato originale, ne risente un po' ed anche i caratteri sono un po' minuscoli.